Archivi categoria: ucraina

Ucraina, la sinistra, se non partecipasse alla resistenza cesserebbe di esistere

Continua a leggere Ucraina, la sinistra, se non partecipasse alla resistenza cesserebbe di esistere

Russia, “Sono orgoglioso di aver denunciato i crimini di Putin”

La storia metterà tutto a posto

Continua a leggere Russia, “Sono orgoglioso di aver denunciato i crimini di Putin”

Gaza, l’Ucraina e la sinistra internazionale traballante

di Yorgos Mitralias

Continua a leggere Gaza, l’Ucraina e la sinistra internazionale traballante

Ancora sulla “lista Santoro”

di Fabrizio Burattini

Il primo libro è tutto finalizzato all’esaltazione agiografica dell’autocrate del Cremlino, che viene definito “spietato e ambizioso”, “un ragazzo di strada incazzato come una bestia e spietato come una tigre” per la sua determinazione nel perseguimento dei propri obiettivi, in particolare nella “repressione dei terroristi ceceni” (ricordiamo che nella guerra cecena vennero uccisi più di 100.000 civili su una popolazione di un milione di persone). Lilin ne sottolinea con manifesta ammirazione le “origini popolari”, l’amore per le arti marziali, la capacità di imporsi in un paese in preda alle convulsioni del passaggio dall’URSS alla Federazione russa.

Ancora più significativi alcuni passaggi di “Ucraina. La vera storia”, furbescamente e frettolosamente scritto  e pubblicato pochi mesi dopo l’inizio della guerra russa su larga scala, per approfittare commercialmente della scoperta e dell’improvviso interesse dell’opinione a riguardo dell’Ucraina.

Linin, non so se rendendosene conto, rispolvera lo stile arrogante che fu del cancelliere austriaco Klemens von Metternich, quando definiva l’Italia una semplice “espressione geografica”, ma, certamente con deliberata volontà di citazione dei noti discorsi di Putin, ma aggiungendo un pizzico di esplicito antisemitismo, afferma che “la nascita dell’Ucraina come entità geopolitica” fu “il frutto della sciagurata scelta di Lenin… totalmente attribuibile ai bolscevichi ebrei… per i loro interessi, per la loro visione anti-imperiale russa”.

Un impero che evidentemente, secondo Lilin (e secondo Putin), andrebbe ripristinato.

Ma il libro contiene altre affermazioni, come quella secondo cui l’holodomor, e cioè il genocidio per fame che causò milioni di morti ucraini nel biennio 1932-33, viene descritto come un capitolo non intenzionale della carestia che colpì l’intero territorio sovietico, accarezzando il negazionismo filostalinista di parte non trascurabile di una sinistra che vuole prendere le distanze dall’odiata Ucraina. E’ un negazionismo che ha contagiato anche ambienti tradizionalmente orientati al marxismo libertario e comunque antistalinista.

Ma Lilin nel suo libro non si ferma qui. Afferma, con la sicumera tipica di chi le spara così grosse che non ha paura di smentite, che “l’Ucraina è il regno del nazismo militante” e che “l’aggressività nazionalista ucraina” avrebbe come “obiettivo politico” quello di “occupare militarmente la Russia e annientare fisicamente quei russi che loro considerano ‘meticci’, ovvero mischiati con gli asiatici”. Critica, anche fondatamente, alcuni aspetti autoritari del regime di Kiev, ma, evidentemente non padroneggiando bene quel che significa “democrazia”, arriva a definire un “mito” quello della democrazia in Ucraina, contrapponendole il regime di Putin che sarebbe “mille volte più democratico”

Lilin ha dedicato il libro “Ucraina. La vera storia” a Oles’ Buzyna, giornalista ucraino sostenitore di un ritorno all’impero “grande russo” (comprensivo dunque anche della Bielorussia e dell’Ucraina) assassinato nel 2015 da agenti di un gruppo fascista.

Nonostante l’evidente impostazione reazionaria (non casualmente Lilin ha più volte partecipato a iniziative di organizzazioni neofasciste), il libro ha riscosso simpatie anche “a sinistra”, in una sinistra campista fortemente interessata a propagandare tutto quello che si ritiene possa dare maggiore sostanza al suo putinismo.

Tutto ciò, come ha commentato il nostro lettore, lo riportiamo non per odio nei confronti di Lilin, ma per per sottolineare ancor più quel che sostenevo nell’articolo di ieri: e cioè la totale mancanza di credibilità “pacifista” e ancor più di affidabilità classista alla lista “Pace Terra Dignità”, e per chiederci e chiedere come possa il gruppo dirigente del PRC, che resta la principale forza organizzata della sinistra radicale italiana, ritenere che quella lista costituisca un punto di riferimento per chi si considera anticapitalista, internazionalista e classista.

Il nostro lettore infine ci segnala un articolo (che anch’io ritengo largamente condivisibile) apparso qualche giorno fa sul sito del Partito comunista dei lavoratori, anch’esso finalizzato a stigmatizzare la lista di Michele Santoro.

Elezioni europee di giugno, cercasi sinistra

Continua a leggere Elezioni europee di giugno, cercasi sinistra

Russia, Putin, le elezioni e l’attentato a Mosca

Verso un’intensificazione della repressione e della guerra

Continua a leggere Russia, Putin, le elezioni e l’attentato a Mosca

Russia, tra attacco terroristico e risposta del governo

Editoriale collettivo della redazione di Posle

Il 22 marzo, uno dei peggiori attacchi terroristici nella storia della Russia moderna è stato compiuto nel municipio Crocus di Mosca: diversi uomini armati hanno preso d’assalto l’edificio e hanno sparato a bruciapelo a una folla di civili.

Alle 16 del 23 marzo, le autorità russe hanno riferito che 133 persone sono state uccise e più di 100 ferite. Esprimiamo le nostre condoglianze a tutte le vittime e ai loro cari: i civili innocenti non dovrebbero diventare bersaglio della violenza politica.

Nonostante le numerose speculazioni sul coinvolgimento dei fondamentalisti islamici, non sappiamo ancora con certezza chi siano gli autori e chi ci sia dietro l’attacco. Tuttavia, si possono già trarre alcune conclusioni.

In primo luogo, l’attacco terroristico ha chiaramente colto di sorpresa le autorità russe. Solo di recente, Vladimir Putin ha definito “provocazioni” gli avvertimenti delle agenzie di intelligence occidentali su possibili attacchi terroristici nelle città russe. Con l’interruzione dei contatti diretti tra i servizi di intelligence della Russia e quelli dei paesi occidentali e con gli avvertimenti pubblici ignorati dalle autorità russe per motivi chiaramente politici (le informazioni sugli imminenti attacchi terroristici sono state pubblicate poco prima delle elezioni presidenziali), il pericolo di ulteriori tragedie è in aumento.

Le autorità russe si aspettano che siano i loro cittadini a pagare il prezzo della visione cospiratoria del mondo e della diffidenza del governo nei confronti di qualsiasi intelligence straniera.

In secondo luogo, la capacità dello stato russo è di nuovo in discussione. La prima volta è stata messa a dura prova sei mesi fa durante l’ammutinamento di Prigozhin. È emerso che i servizi speciali più potenti, in una città piena di telecamere, non solo non sono stati in grado di prevenire questo crimine efferato, ma sono riusciti a malapena a catturarne gli autori.

Sintomaticamente, il giorno prima dell’attacco, l’organo di controllo finanziario russo Rosfinmonitoring ha aggiunto l’inesistente “movimento pubblico internazionale LGBT” alla sua lista di “terroristi ed estremisti”. Quando la lotta contro nemici immaginari ha la precedenza, è fin troppo facile trascurare la vera minaccia.

In terzo luogo, lo stato russo, come sempre, cercherà di trarre profitto da questa situazione, ed è per questo che la reazione dello stato può essere più spaventosa dell’attacco terroristico stesso. Deputati della Duma di Stato, Z-blogger favorevoli alla guerra e l’ex presidente della Russia Dmitri Medvedev chiedono già di revocare la moratoria sulla pena di morte per i terroristi (che, va ricordato, lo stato russo chiama anche pacifici oppositori del regime, tra cui Boris Kagarlitsky).

Vladimir Putin non ha fretta di riconoscere il coinvolgimento degli islamici nell’attacco terroristico, ma ha già individuato una “traccia ucraina”. Non c’è dubbio che l’attacco terroristico sarà utilizzato per giustificare ulteriori repressioni, l’adozione di nuove leggi repressive, l’escalation della violenza in Ucraina e, forse, una nuova ondata di mobilitazione.

Questo attacco terroristico non è il primo del suo genere: possiamo ricordare gli attentati negli appartamenti del 1999 o l’assedio della scuola di Beslan nel 2004.

Tuttavia, c’è un’importante differenza: il grado di violenza senza precedenti in cui la società russa è stata immersa con la guerra in Ucraina. I media hanno già riferito che al presunto autore dell’attacco terroristico è stato tagliato un orecchio dalle forze di sicurezza russe ed è stato costretto a mangiarlo.

La destra di ogni schieramento ha già iniziato a usare la retorica anti-migranti e islamofobica nel contesto dell’attacco terroristico. Riuscirà il regime russo, che ha aperto un vaso di pandora di violenza inaudita quando ha lanciato un’invasione su larga scala dell’Ucraina, a tenerlo sotto controllo?

Data l’incapacità dei servizi di sicurezza di prevenire l’attacco terroristico, ci sono ottime ragioni per dubitarne.

Russia, il terrore a Mosca

Il delitto e il castigo

di Timothy Snyder, storico, da snyder.substack.com

In precedenza, le autorità russe avevano designato le organizzazioni LGBT internazionali come “terroristiche”. Sempre quel giorno, la Russia aveva condotto massicci attacchi terroristici nelle città ucraine. Queste azioni rivelano i nemici scelti da Putin. Come ha dimostrato l’attacco al municipio di Crocus, le sue scelte non hanno nulla a che fare con le reali minacce che i russi devono affrontare.

La Russia e lo Stato Islamico sono da tempo impegnati in un conflitto.  La Russia bombarda la Siria dal 2015.  La Russia e lo Stato Islamico si contendono il territorio e le risorse in Africa. Lo Stato Islamico ha attaccato l’ambasciata russa a Kabul. Questo è il contesto rilevante per l’attacco alla periferia di Mosca. L’orrore al municipio di Crocus non ha ovviamente nulla a che fare con i gay, gli ucraini o altri nemici più o meno immagnari di Putin.

Putin aveva pubblicamente respinto la vera minaccia. Gli Stati Uniti avevano avvertito la Russia di un imminente attacco da parte dello Stato Islamico. Gli Stati Uniti lo avevano fatto in base al “dovere di avvertire”, il che significa che le sintesi dell’intelligence su attacchi terroristici in arrivo vengono trasmesse anche a stati considerati ostili, tra cui (per fare esempi recenti) Iran e Russia. Putin ha scelto di sbeffeggiare gli Stati Uniti in pubblico tre giorni prima dell’attacco.

Ci si può ragionevolmente chiedere come un attacco terroristico possa avere successo in Russia, che è uno stato di polizia. Regimi come quello russo dedicano le loro energie a definire e combattere le false minacce.  Quando emerge una minaccia reale, le minacce false devono essere enfatizzate. Prevedibilmente (e come previsto), Putin ha cercato di incolpare l’Ucraina per il massacro del Crocus City Hall.

Cosa succederebbe se i russi si rendessero conto che la maniera in cui Putin identifica le minacce è strumentale e pericolosa? E se capissero che ci sono minacce reali per i russi ignorate da Putin? Egli ha dedicato l’apparato di sicurezza al progetto di distruzione della nazione e dello stato ucraino. E se l’ossessione di Putin per l’Ucraina non avesse fatto altro che peggiorare la vita dei russi, anche aprendo la strada ad attori che sono in realtà vere minacce per la vita dei russi, come lo Stato Islamico?

Queste sono le domande che Putin dovrebbe porsi. Non è facile, tuttavia, incolpare l’Ucraina del terrorismo dello Stato Islamico. La prima apparizione di Putin sui media, quasi un giorno dopo l’attacco, è stata tutt’altro che convincente. I dettagli che ha offerto erano insensati. Ha affermato che i sospetti dell’atto terroristico si stavano dirigendo verso una “finestra” aperta sul confine russo-ucraino.

Il termine “finestra” è un’espressione gergale del KGB (e di tutti i servizi segreti) che indica un punto in cui il confine è stato autorizzato per un attraversamento segreto. Il fatto che il leader della Federazione Russa usi questo termine in un discorso pubblico ricorda la sua carriera all’interno del KGB. Tuttavia, Putin non aveva evidentemente riflettuto su questa affermazione, poiché una “finestra” deve comportare uno spazio libero su entrambi i lati del confine. Per i terroristi in fuga, sarebbe il lato russo ad aprire la finestra. Parlando di “finestra” Putin ha indicato che i terroristi avevano alleati russi che preparavano la loro uscita, cosa che presumibilmente non intendeva. Sembra che Putin si sia inventato tutto in fretta e furia.

A parte la questione della “finestra”, però, l’idea che i terroristi in fuga si dirigano verso l’Ucraina è assurda.  La Russia ha 20.000 chilometri di confine.  La parte russo-ucraina è coperta da soldati e forze di sicurezza russe. Sul lato ucraino il confine è pesantemente minato. È un luogo di combattimento attivo. È l’ultimo posto che un terrorista in fuga sceglierebbe.

E non ci sono prove che questo sia accaduto. La Russia sostiene di aver arrestato i sospetti a Bryansk e ha affermato che ciò significa che erano diretti in Ucraina (i media occidentali hanno purtroppo ripetuto questa parte dell’affermazione). A prescindere dalla veridicità di queste affermazioni, Bryansk suggerirebbe un viaggio in direzione della Bielorussia. In effetti, la prima versione della faccenda parlava la Bielorussia, prima che qualcuno avesse un’idea “migliore”.

Nei momenti di stress, la propaganda russa tenta vari modi per girare la storia nella direzione preferita dal Cremlino. I presunti sospetti vengono torturati, presumibilmente con l’obiettivo di “trovare” qualche legame con l’Ucraina. Il Cremlino ha dato istruzioni ai media russi di enfatizzare ogni possibile elemento ucraino nella storia. La propaganda televisiva russa ha pubblicato un falso video che coinvolge un funzionario ucraino. L’idea è quella di diffondere spazzatura sui media, compresi quelli internazionali, e vedere se qualcosa funziona.

In mezzo a tutto questo miscuglio di falso, di vero e di semi-vero ci sono coloro che diffondono la propaganda russa all’estero, che usano persino versioni ancora più spinte di quella di Putin. Putin non nega direttamente che lo Stato Islamico sia l’autore del crimine – vuole semplicemente dirigere l’attenzione verso l’Ucraina. Ma gli attori al di fuori della Russia possono semplicemente affermare che la colpa è dell’Ucraina.  Questi attori spingono la discussione più in là del Cremlino, permettendo così alla Russia di testare ciò che potrebbe funzionare all’estero.

Di conseguenza, abbiamo una discussione bizzarra che ci porta fuori strada. Lo Stato Islamico rivendica la responsabilità dell’attentato a Crocus City Hall. Lo Stato Islamico pubblica terribili filmati. La Russia non può negarlo direttamente, ma cerca comunque aiuto per spingere in qualche modo l’Ucraina nel quadro. Coloro che forniscono questo aiuto aprono un “dibattito” negando che lo Stato Islamico sia coinvolto e facendo affermazioni molto più dirette sull’Ucraina di quanto non faccia il Cremlino. Questa sfacciata menzogna porta altri a condividere il video della rivendicazione dello Stato Islamico, che lo pubblica al fine di reclutare nuovi assassini. Quindi l’insensato “dibattito” aiuta obiettivamente lo Stato Islamico.

Nel frattempo, continua l’insensata guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.  Nelle zone occupate, la Russia continua a rapire i bambini ucraini per farli assimilare e continua a torturare gli ucraini e a metterli nei campi di concentramento.  Continua a inviare bombe radenti, droni, missili da crociera e razzi contro le città ucraine.

Lo stesso giorno dell’attacco al municipio di Crocus, la Russia ha effettuato il suo più grande attacco alla rete energetica ucraina, lasciando più di un milione di persone senza corrente. Tra l’altro, ha sparato otto missili da crociera contro la più grande diga ucraina. La Russia ha attaccato la città di Zaporizhzhya e altre città in Ucraina.

Venerdì la Russia ha sparato in tutto ottantotto missili e sessantatré droni esplosivi contro l’Ucraina. E questo rappresenta solo un giorno (anche se insolitamente brutto) di una guerra del terrore russa in Ucraina che dura da più di due anni.

Putin è responsabile dei suoi errori all’interno della Russia. Ed è responsabile della guerra in Ucraina. Sta cercando di trasformare due torti in un diritto: nel suo diritto di definire la realtà a suo piacimento, il che significa il suo diritto di uccidere chi vuole.