Le donne e i bambini curdi detenuti nella famigerata prigione di Evin sono particolarmente soggetti ad abusi, violenze sessuali, isolamento e percosse, secondo Narges Mohammadi, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2023, anch’essa detenuta a Evin.
L’attivista per i diritti umani che lo scorso anno ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace mentre era detenuta dietro le sbarre in Iran, ha denunciato i barbari abusi, le percosse e l’isolamento inflitti alle donne e ai bambini curdi detenuti nella famigerata prigione.
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Daniel Bensaïd, uno dei grandi rinnovatori del marxismo
di Darren Roso, attivista socialista australiano, autore del libro Daniel Bensaid: From the Actuality of Revolution to the Melancholic Wager, pubblicato da Brill, dal quale è tratto il testo che segue, da Jacobin
Daniel Bensaïd è stato uno dei militanti più creativi, eleganti e audaci che il marxismo del dopoguerra abbia avuto al suo fianco. Ha combinato uno stile letterario ricco di immagini con un’acuta comprensione della lotta politica. Bensaïd è stato uno scrittore prolifico, ma il suo contributo rimane relativamente sconosciuto.
Bensaïd ha spesso fatto riferimento all’affermazione di Ernst Bloch secondo cui esistevano correnti “fredde” e “calde” del marxismo. Non si trattava “semplicemente di letture o interpretazioni diverse, ma piuttosto di costruzioni teoriche che talvolta sono alla base di politiche antagoniste”. I contenuti del marxismo non appartengono a nessuna autorità o tradizione; le relazioni dogmatiche con Marx e il marxismo devono essere rovesciate.
Italia, la sinistra “invertebrata”
“Troppo deboli, moderati, pronti a scendere a compromessi. Il Pci e i suoi eredi hanno perso contatto con la società. E hanno dilapidato un’eredità politica straordinaria”, lo ha impietosamente scritto lo storico inglese Perry Anderson nel 2009. Riproponiamo alla lettura questo suo noto articolo perché, anche a quindici anni di distanza, mantiene tutta la sua attualità, dopo la fine della “anomalia” di Rifondazione e dopo i frutti avvelenati dei governi ad egemonia “postcomunista” di Mario Monti, di Enrico Letta, di Matteo Renzi, di Paolo Gentiloni, dopo l’illusoria esperienza “grillina” e di fronte alla crescita dell’estrema destra postfascista. E aiuta a capire come mai sia crollata la “sinistra più forte dell’Occidente”.
Continua a leggere Italia, la sinistra “invertebrata”In ricordo di Ernesto Herrera
Abbiamo saputo, in ritardo, della morte, il 10 gennaio, di Ernesto Herrera, fondatore nel 2016 e principale redattore della rivista online urugayana e pan-latinoamericana Correspondencia de Prensa, che ha animato fino agli ultimi giorni di vita. L’ultimo articolo che Ernesto ha pubblicato (“Israel intenta matarnos como sea”, di Mahmoud Mushtaha, tratto da ctxt.es) è uscito l’8 gennaio.
Continua a leggere In ricordo di Ernesto Herrera1924-2024, Vladimir Lenin, la statura e gli errori di un leader che non cercava il culto di sé
di Fabrizio Burattini, da MicroMega+
Appena morto Lenin, la sua figura fu immediatamente trasformata in oggetto di culto da Stalin, che lo adoperò strumentalmente per legittimare il culto della sua propria personalità. Ma la caratura del leader bolscevico era dipesa, nell’arco della sua esistenza, anche dal rifiuto netto che mostrava verso la celebrazione di sé stesso. Il calibro del suo pensiero e la sua statura intellettuale gli furono riconosciuti da tutti, anche dai suoi concorrenti, ma non meno pesanti furono i limiti e i gravi errori che commise, alcuni dei quali aprirono la strada alle successive nefandezze staliniane.
Continua a leggere 1924-2024, Vladimir Lenin, la statura e gli errori di un leader che non cercava il culto di séLenin e il partito, una questione di attualità
I due autori di questo articolo, militanti del NPA francese, sulla rivista del partito, anche ricorrendo ad alcune elaborazioni di Daniel Bensaïd, illustrano l’utilità estrema di alcune intuizioni di Lenin sulle “crisi rivoluzionarie”, sul ruolo del partito e sul suo rapporto con la classe lavoratrice, sulla attuale “crisi della forma partito”.
E’ questo l’articolo che pubblichiamo oggi.
I pericoli professionali del potere
di Christian Georgievič Rakovskij
con un’introduzione su
La burocrazia e le disuguaglianze nell’Unione sovietica
(a cura del Refrattario)
Si tratta di una lettera scritta da Christian Georgievič Rakovskij indirizzata a Grigori B. Valentinov, giornalista e membro dell’Opposizione di sinistra, successivamente deportato e poi scomparso nei gulag staliniani. E’ un testo che illustra in modo chiarissimo la dinamica politica e sociale che ha portato alla degenerazione dell’esperienza sovietica che fu al centro della battaglia di Trotsky, dell’Opposizione di sinistra e più in generale del movimento trotskista contro lo stalinismo.
Il testo di Rakowskij è preceduto da un testo che sitetizza il dibattito sul fenomeno della burocrazia e su quella che fu la realtà dello strato burocratico nella ex Unione Sovietica e negli altri paesi del “socialismo realizzato”.
Livio e la sinistra italiana
di Fabrizio Burattini, intervento al convegno per il centenario della nascita di Livio Maitan
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