Le primarie in corso negli Stati Uniti confermano che lo scontro elettorale di novembre si svolgerà tra l’attuale presidente Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump. Si tratta di due candidati entrambi segnati da numerose caratteristiche che possono essere considerate respingenti o attraenti, a seconda dei punti di vista e che possono costituire “punti deboli”. Ma gli apparati dei due partiti in cui sembra semplificarsi la politica nordamericana sembra non siano stati in grado di individuare nessuna proposta alternativa.
Il Refrattario apre dunque questo “dossier” specificamente dedicato ai materiali con i quali poter seguire e interpretare la prossima corsa verso la Casa Bianca.
- Il caos nel mondo e in AmericaQuesto interessante articolo è tratto dal numero 230 (maggio 2024) della rivista “Against the Current”, la rivista politica delle compagne e dei compagni dell’organizzazione statunitense socialista, femminista e antirazzista Solidarity, organizzazione simpatizzante della Quarta Internazionale.
- Stati Uniti, “Sostenete il movimento studentesco pro-palestinese!”Dichiarazione del Comitato nazionale di Solidarityorganizzazione socialista, femminista, antirazzista statunitense(29 aprile 2024) Il 17 aprile, gli studenti della Columbia University di New York, sostenuti da docenti solidali, hanno allestito un accampamento per protestare contro la guerra israeliana a Gaza e contro il legame dell’università con le università israeliane e le aziende che fanno affari con … Continua a leggere Stati Uniti, “Sostenete il movimento studentesco pro-palestinese!”
- Il cuore dei giovani americani batte per Gaza… e gli USA entrano in crisidi Yorgos MItralias Giorno dopo giorno, o meglio ora dopo ora, il movimento studentesco in solidarietà con il popolo palestinese e contro il sostegno al governo di Israele si sta diffondendo a macchia d’olio nelle università e nelle scuole degli Stati Uniti d’America. E poiché si distingue per il suo radicalismo, i media americani moltiplicano … Continua a leggere Il cuore dei giovani americani batte per Gaza… e gli USA entrano in crisi
- Elezioni USA, Biden, tra progressismo sull’aborto e imperialismo reazionarioLe elezioni presidenziali americane potrebbero dipendere da due questioni e due movimenti sociali. Gli attacchi incessanti dei repubblicani al diritto all’aborto delle donne, da ultimo in Arizona, dovrebbero incoraggiare un maggior numero di elettori a sostenere il presidente in carica alle prossime elezioni presidenziali, ma sarà sufficiente vista la sua posizione su Israele?
- Elezioni Usa, perché solo Trump e Biden?Non è un segreto che la maggior parte degli elettori statunitensi sia insoddisfatta della scelta che sarà costretta a fare tra Biden e Trump nelle elezioni presidenziali del 2024. E non è un segreto che gli americani vorrebbero che il sistema politico offrisse loro più scelte del solo duopolio democratico-repubblicano.
- Cinema, “Civil War”, l’inquietante pre-visione di un’America divisaGiovedì 18 aprile, nei cienema italiani esce Civil War, il più recente film distopico del regista Alex Garland. Il film presenta una visione inquietante di Stati Uniti fratturati politicamente, socialmente e militarmente. Il riferimento a quanto avvenuto a Washington nel gennaio 2021 e alle angosciose domande su quel che potrà accadere con le presidenziali USA … Continua a leggere Cinema, “Civil War”, l’inquietante pre-visione di un’America divisa
- La “democrazia” americana alla prova del trumpismoOramai è certo, salvo del tutto improbabili sorprese dell’ultim’ora, le elezioni presidenziali statunitensi di novembre si giocheranno tra Joe Biden e Donald Trump, gli stessi che si sono confrontati nel 2020, due candidati di cui sono più noti i clamorosi difetti piuttosto che i presunti pregi.
- Elezioni USA, follow the moneydi Lance Selfa, scrittore e politologo, da internationalsocialism.net
- USA, sempre più forti le contraddizioni dei democraticidi Dan La Botz, redattore di Solidarity, da Inprecor
- Gaza, dopo 171 giorni di massacri anche gli USA vorrebbero il cessate il fuocoAll’ONU passa la risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza dopo che gli Stati Uniti si sono astenuti senza porre il veto, nonostante la minaccia di Netanyahu, poi concretizzatasi, di cancellare la prevista delegazione che sarebbe dovuta andare a Washington per discutere di alternative a un’operazione di terra a Rafah (giorno 171 della guerra).