Stati Uniti, “Sostenete il movimento studentesco pro-palestinese!”

Il 17 aprile, gli studenti della Columbia University di New York, sostenuti da docenti solidali, hanno allestito un accampamento per protestare contro la guerra israeliana a Gaza e contro il legame dell’università con le università israeliane e le aziende che fanno affari con Israele, compresa la vendita di armi.

Nei giorni successivi, le proteste e gli accampamenti si sono diffusi in altri college e università dal New England al Michigan, al Texas e alla California. Oltre quattro dozzine di sindacati hanno approvato risoluzioni a sostegno degli studenti. La risposta dell’amministrazione della Columbia alle proteste pacifiche degli studenti è stata quella di chiamare la polizia di New York per sgomberare il campus e arrestare i manifestanti. Agli studenti sono state inflitte sanzioni e ordinato di lasciare gli alloggi del campus.

Le proteste si svolgono sullo sfondo dell’assalto in corso da parte dell’IDF israeliano a Gaza, che ha provocato la morte di almeno 34.000 persone, dell’aumento della violenza dei coloni e della complicità dell’IDF contro i palestinesi in Cisgiordania, e dei preparativi per un assalto all’area densamente popolata di Rafah.

Il governo Biden continua a sostenere Israele, rifiutandosi di chiedere un cessate il fuoco incondizionato e ponendo il veto alle risoluzioni di cessate il fuoco delle Nazioni Unite.

Funzionari del campus, donatori miliardari pro-Israele e politici reazionari, tra cui il presidente repubblicano della Camera dei Rappresentanti, il cui partito è diventato un rifugio per razzisti di estrema destra e antisemiti di ogni genere, hanno cinicamente e ipocritamente definito le proteste “antisemite”.

Netanyahu ha definito i manifestanti “orde antisemite”. Mentre la stampa tradizionale ha ripetuto la menzogna che le proteste sono antisemite, non ci sono prove che gli studenti ebrei siano stati presi di mira. Al contrario, gli accampamenti sono stati spazi accoglienti dove studenti palestinesi, musulmani ed ebrei, compresi i membri di Jewish Voice for Peace, si sono uniti ad altri studenti per opporsi al genocidio di Gaza.

Il Comitato nazionale di Solidarity sostiene gli studenti che manifestano e i loro obiettivi e chiede l’immediata amnistia e la revoca di tutte le sanzioni contro i manifestanti. Denunciamo la cinica etichettatura dei manifestanti pro-palestinesi come antisemiti e chiediamo protezione per gli studenti palestinesi e musulmani.

Sosteniamo il Movimento Studentesco Pro-Palestina!
Giù le mani dagli accampamenti!
Amnistia per tutti i manifestanti!

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