Giovedì 28 settembre alle 17:30 per la libertà di Boris Kagarlitsky

Com’è già noto alle lettrici e ai lettori di questo blog, il sociologo marxista russo, strenuo oppositore del regime di Putin e della sua politica antidemocratica e di guerra, Boris Kagarlitsky è stato arrestato dai servizi di sicurezza del Cremlino il 26 luglio scorso, con la fantasiosa accusa di “giustificare il terrorismo”.

Proprio qualche giorno fa il tribunale di Syktyvkar ne ha confermato la detenzione. 

E’ stato pubblicato un appello internazionale per la sua liberazione e per quella di tutte le altre migliaia di prigionieri politici detenuti nelle carceri russe. L’appello è stato sottoscritto da migliaia di personalità democratiche, tra le quali segnaliamo Jean-Luc Mélenchon, la storica svizzera Stefania Prezioso Batou, il filosofo sloveno Slavoj Žižek, Nadya Tolokonnikova, la componente del gruppo femminista punk russo Pussy Riot, il dirigente del partito laburista britannico Jeremy Corbyn, lo storico italo-francese Enzo Traverso, la docente di scienze politiche della Scuola normale di Firenze Donatella Della Porta, l’europarlamentare Miguel Urbán Crespo, la femminista indiana Kavita Krishnan, il filosofo francese Étienne Balibar, il politologo britannico Alex Callinicos, il regista britannico Ken Loach, il politologo anglo-pakistano Tariq Ali, l’attivista pakistano Farooq Tariq, l’attivista femminista e altermondialista Naomi Klein, l’accademico filippino Walden Bello, la studiosa indiana Jayati Ghosh, lo storico e critico d’arte russo Ilya Budraitskis

Per rivendicare la liberazione di Boris Kagarlitsky e di tutti gli altri prigionieri politici russi, è stato organizzato un presidio per giovedì 28 settembre, alle 17:30, a Roma, nei pressi dell’ambasciata russa (Metro Castro Pretorio) a cui hanno finora aderito La Comune, il Partito comunista dei lavoratori e Sinistra Anticapitalista.

Lascia un commento