di Yorgos Mitralias
Quando, subito dopo l’annuncio dei risultati delle elezioni europee, il presidente francese Macron ha sorpreso tutti decidendo di sciogliere il parlamento e di indire le elezioni politiche per il 30 giugno, era ovvio che aspirasse a ripetere, ancora una volta, il riuscito ricatto grazie al quale aveva vinto le sue due elezioni presidenziali: trovarsi da solo contro Marine Le Pen e il suo partito di estrema destra, costringendo così gli elettori di sinistra a votare per lui in assenza di una loro alternativa. Inoltre, tutto lasciava presagire il successo della sua manovra di ricatto: la sinistra frammentata e i suoi partiti reciprocamente contrapposti non potevano riconciliarsi e allearsi nelle tre settimane che li separavano dal primo turno delle elezioni, e ancor meno nei sei giorni (!) che avrebbero avuto per presentare le loro candidature.
(Nella foto in alto, i rappresentanti delle forze che hanno dato vita al Nuovo fronte popolare, il 14 giugno, di fronte alla Maison de la Chimie di Parigi, al termine della conferenza stampa di presentazione)