L’inattesa e traumatizzante elezione del “libertario” Javier Milei e il suo insediamento nel dicembre scorso alla presidenza dell’Argentina rappresenta il più recente e più emblematico successo dell’estrema destra internazionale. Le primissime misure in campo economico e sociale adottate già solo pochi giorni dopo la sua elezione puntano a cancellare ogni norma di tutela degli interessi e delle condizioni degli strati popolari e a reprimere duramente ogni tentativo di intralciare i suoi disegni costruendo movimenti di resistenza. Tutto ciò illustra bene come l’illiberalismo non sia affatto in contraddizione con le politiche liberali ma anzi come l’illiberalismo sia in fin dei conti una fase superiore del neoliberismo.
L’amicizia e l’ammirazione per la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni da parte di Victoria Villarruel, avvocata di fiducia dei generali golpisti, torturatori e assassini che hanno tiranneggiato l’Argentina nel secolo scorso e ora diventata vicepresidente di Milei, è la simbolica testimonianza della rete internazionale che mette in collegamento il personale politico e i progetti reazionari dell’estrema destra mondiale, un’estrema destra che attende con trepidazione di perfezionare i propri disegni con la possibile rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca e con il successo delle liste di destra nelle prossime elezioni europee. Purtroppo tutto ciò costituisce un’ulteriore dimostrazione della drammatica assenza di un’alternativa di sinistra, democratica e progressista alla crisi multidimensionale che attanaglia il mondo.
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