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I campisti nostrani, l'Iran e i governi imperialisti

Quello che pubblichiamo qui sotto è un semplice esempio di come il “campismo” di buona parte della sinistra italiana, dopo aver agito al momento della guerra civile siriana e aver più o meno supportato l’avventura putiniana in Ucraina, oggi inizi a mettere sul banco degli imputati il movimento democratico iraniano invece che il regime degli ayatollah.

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In realtà, la tesi che in questo post viene avanzata, apparentemente radicale ma profondamente reazionaria, è anche falsa nei presupposti. L’Occidente non è mai dalla parte dei movimenti progressisti. Basta ricordare l’esempio dell’imperialismo francese, che, alla fine degli anni 70 del Novecento, quando stava vacillando il regime “imperiale” di Mohammad Reza Pahlavi, quello che fu l’ultimo scià di Persia, invece che sostenere uno sbocco democratico e progressista della rivoluzione iraniana, aiutò il clero sciita a enucleare una sua leadership in Khomeini.

Si può tranquillamente affermare che Khomeinì (fino ad allora largamente sconosciuto) divenne a Parigi il Khomeinì che ha dominato per 10 anni l’Iran (e che continua a dominarlo attraverso la vergognosa brutalità dei suoi epigoni). Allora era calorosamente e lussuosamente ospitato come “esule” proprio dal governo francese. Fu la Francia che, mentre in Africa assassinava leader anticoloniali e laici, favorì la trasformazione di Ruhollāh Mostafavī Mōsavī Khomeyní in leader della cosiddetta “rivoluzione islamica”, rivoluzione che impedì il successo di quella che invece poteva essere una rivoluzione sociale, democratica, laica e progressista.

Fu un aereo speciale dell’Air France, messo a disposizione dal governo di Parigi, a ricondurre Khomeyní a Teheran, subito dopo la fuga dello scià nel gennaio 1979, giusto in tempo per far prevalere nella rivoluzione in corso i contenuti religiosi e integralisti su quelli sociali e democratici.

Le potenze imperialiste (come la Francia, ma evidentemente non solo la Francia) non appoggiano mai le rivolte né tantomeno le rivoluzioni, ma semmai cercano di deviare queste rivolte e queste rivoluzioni in controrivoluzioni per la preservazione del loro potere coloniale, neocoloniale e imperiale.

E l’appoggio francese (ma anche qiuello dell’oligarchia russa) al regime degli ayatollah continua anche oggi, in barba alle vittime della repressione del governo di Teheran. 

A noi antimperialisti, internazionalsiti, democratici, progressisti, socialisti, comunisti spetta invece sempre il compito di far andare avanti quelle rivoluzioni, appoggiandole. Gli imperialisti fanno il loro mestiere, Purtroppo è la sinistra che troppo spesso non lo fa, come ha dimostrato con la Siria, con l’Ucraina e come rischia di dimostrare di nuovo con l’Iran.