Francia, il NFP e gli impegni del NPA-l’Anticapitaliste

di Fabienne Dolet, da lanticapitaliste.org

È chiaro che tutto si sta muovendo molto velocemente in questa campagna, e si percepisce che la famiglia Macron, dopo essere stata stordita dallo scioglimento dell’Assemblea, è nel panico. Persino Le Monde è costretto a parlare della fine di qualunque “stato di grazia” tra Emmanuel Macron e i francesi.

Per prima cosa, i nostri leader hanno attaccato il programma economico del Nuovo Fronte Popolare, invocando “la ragione”. Quale ragione? La ragione del mercato, naturalmente! Il 19 giugno, il presidente del Medef ha emesso il suo verdetto su Le Figaro: “Il programma del Rassemblement National è pericoloso per l’economia francese, la crescita e l’occupazione; quello del Nouveau Front Populaire [NFP] lo è altrettanto, se non di più”.

Il tono è già pronto. Sebbene il Medef dichiari di non occuparsi di politica, deve comunque affrontare la paura del Nuovo Fronte Popolare, come gli investitori e principali aziende private prima di lui.

Naturalmente a nessuno piace l’instabilità, e soprattutto a nessuno piace vedere minacciati i dividendi e i profitti. E non è escluso che alcuni datori di lavoro siano tentati dal RN come rivalsa nei confronti del fallimentare governo Macron.

Il programma economico della borghesia e il suo panico morale

Bruno Le Maire, il ministro dell’Economia francese, non smette di tirare fuori l’artiglieria pesante contro i due programmi per difendere le virtù del mercato e i regali alle imprese, da uomo di destra qual è. E critica il NFP: “Lavorare meno per guadagnare di più è molto attraente, ma non funzionerà”, ha sentenziato a RMC il 25 giugno. Da parte nostra, ci rendiamo conto che nemmeno il “lavorare di più per guadagnare di più”, tanto decantato dall’ex presidente Sarkozy, sembra funzionare.

Poi una parte del movimento macronista è passata ai vergognosi amalgami di antisemitismo scagliati contro La France Insoumise, in particolare, e anche contro di noi del NPA, ripresi senza vergogna da Marine Le Pen. Dimostrano che è alla squalifica che si affidano e con lei sono pronti ad allearsi.

E Bruno Le Maire lo dimostra ancora una volta con un mea culpa… che calca il terreno rancido della sicurezza a oltranza e dell’islamofobia: “Non siamo stati abbastanza radicali, questa è la mia convinzione. Non siamo stati abbastanza radicali sulla sicurezza, sulla microcriminalità che rovina la vita delle persone, sull’Islam radicale, che ha condotto una guerra insidiosa alla cultura francese, sulla retribuzione netta dei dipendenti…”.

Misure di emergenza e di rottura

L’unione della sinistra li spaventa. Ha creato una dinamica: decine di migliaia di persone, appartenenti a partiti, sindacati e associazioni, hanno ricominciato a parlarsi e ad agire insieme, nei quartieri popolari, con l’obiettivo di togliere di mezzo Macron e le sue politiche e di fare muro contro l’estrema destra.

La sinistra unita propone misure di emergenza contro la regressione sociale: congelamento dei prezzi dei beni di prima necessità (cibo, energia e carburante), aumento del salario minimo a 1.600 euro, abrogazione della riforma delle pensioni, riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore, tassazione dei più ricchi e delle grandi eredità, facilitazione dell’accesso ai visti per gli stranieri e creazione di un’agenzia di salvataggio marittimo e terrestre per i migranti, garanzia della ripresa del processo di decolonizzazione della Nuova Caledonia, sanzioni al governo israeliano

Queste misure sono un punto di appoggio di fronte al diluvio di attacchi alle classi lavoratrici orchestrati dalla macronia e di fronte alla politica razzista e retrograda annunciata dal Rassemblement national.

Ottenere una vittoria per il Nuovo Fronte Popolare

La vittoria richiede l’azione di tutti coloro che si impegnano per la protezione sociale, la solidarietà e la democrazia. Il nostro strumento migliore è l’azione collettiva. Ecco perché l’NPA-l’Anticapitaliste partecipa alla campagna e cerca di costruire i collettivi locali del Nuovo Fronte Popolare. Per vincere e anche per rimanere mobilitati. Perché, che si vincano o meno le elezioni, dovremo costruire un equilibrio di potere, contro il grande capitale, la destra o l’estrema destra, per imporre il nostro programma.

Di fronte alle molteplici crisi generate da questo sistema, dobbiamo affrontare il pericolo neofascista, i capitalisti e i politici che li servono, per costruire un’altra società ecosocialista, libera dallo sfruttamento e dall’oppressione.

È questa prospettiva radicale e militante che intendiamo promuovere all’interno del Nuovo Fronte Popolare.

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