Russia, respinto l’appello di Kagarlitsky che resta in carcere

Comunicato stampa della Campagna di solidarietà internazionale per la sua liberazione

Il tribunale ha inoltre mantenuto il divieto per il noto sociologo marxista e attivista contro la guerra di gestire siti internet e canali di telecomunicazione per due anni dalla fine della sua condanna (nella foto in alto nella gabbia durante il processo di appello).

Weissman ha dichiarato: “La decisione draconiana dei giudici non è stata una grande sorpresa, dal momento che tutti i recenti appelli contro le sentenze emesse in base alla legislazione antiterrorismo russa sono stati respinti”.

L’accusa di “giustificare il terrorismo”, che è stata ampiamente utilizzata contro gli attivisti contro la guerra nella Federazione Russa, è stata mossa contro Kagarlitsky il 25 luglio dello scorso anno dopo che egli aveva fatto alcune osservazioni ironiche in occasione dell’attacco della Marina ucraina del 17 luglio al ponte che collega la Crimea alla Russia.

Il rifiuto dell’organo che ha accolto il ricorso di Kagarlitsky (il Collegio giudiziario per il personale militare della Corte suprema della Federazione Russa) significa che ora rimarrà confinato in un insediamento penale a Torzhok (nella regione di Tver).

L’avvocato di Kagarlitsky, Sergey Erokhov, ha già dichiarato il giorno stesso sul suo canale Telegram che continuerà con il processo di appello, portando il caso alle istanze più alte del sistema legale russo, a partire dal Praesidium della Corte Suprema fino alla Corte Costituzionale della Federazione Russa.

Appello internazionale ignorato

I giudici della corte d’appello si sono rifiutati di modificare la sentenza per Kagarlitsky nonostante l’appello speciale di 37 personalità politiche e intellettuali progressiste di rilievo internazionale, tra cui Yanis Varoufakis, Jeremy Corbyn e Jean-Luc Mélenchon, oltre a ministri del governo spagnolo e parlamentari di Francia, Portogallo, Irlanda, Belgio e Brasile.

I firmatari hanno sottolineato che Kagarlitsky non ha mai sostenuto metodi terroristici per raggiungere obiettivi politici e che il suo mantenimento in carcere avrebbe offuscato la reputazione internazionale della Russia.

Da quando è stato incarcerato, Kagarlitsky ha ricevuto anche offerte di incarichi universitari in Brasile e Sudafrica, mentre la petizione in corso per chiederne il rilascio ha raccolto finora più di 18.000 firme.

Repressione in aumento

Il tribunale ha respinto i due argomenti principali della difesa di Kagarlitsky formulati dall’avvocato Erekhov, ossia: 

  1. è impossibile giudicare uno scienziato sociale… per le sue attività professionali,
  2. la punizione deve essere equa, cioè deve corrispondere alla natura di un crimine, al grado di pericolo che comporta per il pubblico e alle circostanze in cui è stato commesso.

Per Suzi Weissman, la “barbara” decisione dei giudici di ignorare tali criteri legali di base riflette la determinazione del regime di Putin a schiacciare l’opposizione interna alla sua guerra contro l’Ucraina.

“In questo contesto, i diritti democratici e legali fondamentali di attivisti contro la guerra come Boris Kagarlitsky e migliaia di altri contano ben poco. L’accoglimento del ricorso di Boris avrebbe creato un pessimo precedente per il Cremlino: se è stata accolta la sua tesi, perché non quella di tutti gli altri condannati per ‘giustificazione del terrorismo’?”.

Weissman ha concluso che Boris Kagarlitsky è diventato un “coraggioso campione della pace e simbolo della lotta per il diritto alla libertà di espressione, che è stato vittima di un grossolano ma del tutto deliberato errore giudiziario”.

La Campagna di solidarietà internazionale Boris Kagarlitsky raddoppierà ora gli sforzi per il suo rilascio. I dettagli di una nuova serie di iniziative saranno presto annunciati.

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