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Michele Santoro si candida a dirigere una lista per le europee


Qualche giorno fa, il quotidiano “Il Manifesto” ha intervistato Michele Santoro e così Pulcinella ha rivelato il suo segreto: tutto il rinnovato attivismo di questi ultimi mesi dell’ex giornalista RAI era evidentemente finalizzato a preparare una sfida elettorale e a cercare di reclutare come carne da cannone per l’impresa la base militante dei Verdi e della “sinistra radicale”.

di Fabrizio Burattini

Evidentemente prevedendo che le prossime elezioni europee consentano a parte importante dell’elettorato un comportamento più libero dalle preoccupazioni del “voto utile”, il giornalista con l’intervista rilasciata il 24 agosto a Andrea Carugati del Manifesto ha deciso di “scoprire le carte” e di candidarsi a dirigere per le europee del prossimo giugno una “lista arcobaleno”: sono consentiti gesti scaramantici, visto il disastro che una lista proprio di quel “colore” nel 2008 portò definitivamente la “sinistra radicale” fuori del parlamento.

Sarà una lista pacifista, dice Santoro, evidentemente pensando a quel tipo di “pacifismo” filoputiniano e antiucraino che, si dice, sarebbe maggioritario nel paese e che, dopo il decesso di Berlusconi, è rimasto privo di padre nobile.

D’altra parte, nell’intervista, Santoro cita un unico obiettivo per caratterizzare la lista: la cessazione di ogni fornitura di armi alla resistenza ucraina. Non la difesa del reddito di cittadinanza, non il salario minimo (“inutile se continua la guerra”, dice l’anchormen), non la piaga delle morti sul lavoro né l’inflazione o il carovita… 

L’importante per Santoro (e per la sua multipiattaforma televisiva “Servizio pubblico) è che Putin vinca rapidamente la guerra, così si risolverà tutto.

In qualche modo, Michele Santoro non ha dimenticato la sua giovanile militanza stalinomaoista nel gruppo di “Servire il popolo” diretto da Aldo Brandirali.

Sia chiaro, non si vuole qui dimenticare né sminuire il coraggio politico dimostrato da Santoro durante la sua brillante e temeraria carriera giornalistica nella denuncia dei misfatti delle classi dominanti nazionali e internazionali negli ultimi trent’anni. Né si vuole insinuare che, stanco di girovagare da una televisione all’altra, punti a sedersi in uno scranno parlamentare di Bruxelles. Peraltro, il “nostro” nell’intervista mette le mani avanti, ricordando che lui al parlamento europeo c’è già stato e che, dunque, se eletto, potrebbe lasciare il posto ad altri.

E infatti alcuni esponenti di punta della coalizione Unione popolare, reduce dalla débacle del settembre scorso, si sono subito detti interessati. Il generale senza truppe Luigi De Magistris trova “i ragionamenti di Santoro in linea con l’obiettivo portare il fronte pacifista nelle istituzioni di un’Europa subalterna alla Nato”

Quanto al segretario del PRC Maurizio Acerbo, appare forse un po’ piccato del fatto che la prima iniziativa di Santoro (che si svolge proprio oggi nella cornice non proprio proletaria di Marina di Pietrasanta) escluda la partecipazione di dirigenti politici e si limiti ad un confronto tra “personalità” (Santoro stesso, De Magistris e la scrittrice Ginevra Bompiani). Comunque, Acerbo si dice molto interessato perché “è necessario unire le voci di chi si oppone alla guerra”.

Non è ancora pervenuta (o mi è colpevolmente sfuggita) una reazione dell’altra componente della coalizione di Unione popolare, cioè il gruppo dirigente di Potere al popolo, probabilmente perché ancora non concordata tra le varie anime di questa organizzazione. 

Resta che, esaurita la disponibilità di “papi stranieri” tra i magistrati (e verificatane la larga inefficacia politica e elettorale), ora qualcuno pensa di passare ai giornalisti.