8 marzo, sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo

del Collettivo femminista di inchiesta sociale “Ipazia”, da Facebook

Anche quest’anno scendiamo in piazza per la giornata dell’8 marzo per riaffermare la nostra volontà di lotta contro tutte le forme di oppressione, di sfruttamento e di razzismo che riguardano le donne.

La nostra lotta riguarda l’oppressione sulle donne che si manifesta come oppressione di genere, che produce anche la violenza sulle donne, come oppressione di classe e spesso, nelle diverse parti del mondo, come oppressione di “razza”.

La nostra lotta riguarda lo sfruttamento del lavoro produttivo (alle donne sono sempre assegnati salari più bassi e profili lavorativi di livello inferiore) e del lavoro riproduttivo, vale a dire del complesso lavoro di
riproduzione sociale che le donne svolgono quotidianamente e su cui si basa l’impianto generale della società capitalistica.

La nostra lotta riguarda la difesa del diritto di autodeterminazione, che si esprime anche attraverso la libertà di scelta e di possibilità di aborto sicuro e assistito in una struttura pubblica.

Riteniamo che questa giornata di lotta debba servire per manifestare e rivendicare l’acquisizione di diritti che possano contrastare le diverse forme di oppressione e di sfruttamento e che possano quindi modificare la condizione delle donne.

Riteniamo che questo possa avvenire attraverso un’occupazione che possa assicurare alle donne indipendenza economica e quindi autodeterminazione, oppure l’erogazione di un salario minimo per chi non riesce d accedere al mondo del lavoro, attraverso il potenziamento di servizi sociali che operano nel campo della sanità (ospedali, consultori), dei servizi sociali legati alla cura e all’assistenza (asili nido, case per anziani), dei servizi legati all’istruzione (scuola e università), attraverso il potenziamento di strutture
che possano supportare le donne che subiscono violenza (centri antiviolenza) e attraverso la creazione di strutture di supporto che siano in grado di tutelare la scelta relativa all’aborto e di contrastare tutto ciò che viene messo in atto per contrastare tale scelta (medici obiettori di coscienza, comitati pro-vita, che sono
presenti in quasi tutti gli ospedali).

Dedichiamo questa giornata alla lotta delle compagne palestinesi e più in generale alla lotta di tutte le donne che, nelle diverse parti del mondo, subiscono e pagano il prezzo più alto della guerra ma che sono anche quelle che resistono e sono in prima fila nella battaglia per il diritto alla autodeterminazione dei popoli e contro le forme di oppressione patriarcali e di classe.

In particolare in questo momento rilanciamo il nostro supporto incondizionato alla resistenza palestinese e
condanniamo il genocidio e il colonialismo portato avanti da Israele con la complicità delle cosiddette “democrazie occidentali”.

Ricordando che la giornata dell’8 marzo nasce da una insurrezione portata avanti da operaie che nel 1917 pretesero “pace e pane”, ci opponiamo e ci opporremo sempre a tutte le guerre e lotteremo sempre per
migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle donne, in particolare di quelle che sono maggiormente sfruttate, discriminate e razzializzate.

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